Un'altra settimana è trascorsa e la mia sensazione è che passi sempre troppo in fretta.
Tante cose da vedere, provare, imparare. Ed è per questo motivo che volutamente ho tralasciato la prima parte della lezione, la preparazione atletica, la quale vi invito comunque a non abbandonare ma a proseguirla al di fuori delle lezioni di JJ.
C'è chi preferisce andare a correre, chi a nuotare e chi a fare pesi. Personalmente mi trovo bene con l'utilizzo di attrezzi funzionali, kettlebell e bulgarian bag in primis, applicati ad una routine del famigerato Tabata.
Mettendomi a disposizione per qualunque consiglio in fatto di preparazione atletica e allenamento funzionale, oggi mi sento di dirvi soltanto che il Jiujitsero non ha l'esigenza di correre una maratona o un ironman e nemmeno di essere un bodybuilder.
Il discorso è molto lungo e complesso e penso che sia da affrontare magari con una serie di post dedicati.
Non vi prometto niente ma vi assicuro che ci lavorerò.
Tornando a quanto fatto in settimana vi ho postato tutta una serie di video molto esaurienti sull'argomento trattato: il Razor Choke o Okuri Eri Jime per i nippofili; che brutta parola ammesso che esista.
Come detto in settimana questo strangolamento, così come la maggior parte delle finalizzazioni, si può applicare da diverse posizioni e angolazioni. Quindi, invece di imparare le singole tecniche, è molto più produttivo apprendere il concetto che caratterizza questa tecnica, ovvero: il bavero o la mano che "taglia" appunto come un rasoio.
In questo primo video un pittoresco Dustin Denes, scuola del compianto Carlson Gracie, ci spiega in maniera molto convincente come "terminare" il proprio avversario e quindi il combattimento stesso con un sonoro e onomatopeico:"tap tap tap!!!"
In quest'altro invece un molto più essenziale Isao Okano ci spiega la sua versione grazie alla quale ha finalizzato molti avversari, soprattutto più grossi e pesanti di lui.
In quest'ultimo Luca Anacoreta mette in pratica in maniera impeccabile un Razor Choke da manuale con un avversario ovviamente poco collaborativo. Chapeau!
Arrivederci alla prossima settimana.
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