lunedì 26 novembre 2012

DIARIO DI BORDO (SETTIMANA 12# DAL 19 AL 24/11)

Sabato 24 a Milano ha avuto luogo il più importante, per numero di atleti, torneo di Jiu-Jitsu in Italia.
Noi ci presentiamo con sei lottatori divisi nelle varie categorie tra blu e bianche a far compagnia ai seicento atleti totali iscritti.
Un numero davvero impressionante e impensabile fino a tre anni fa.
Segno che il movimento sta crescendo e che sempre più ragazzi e anche ragazze, quest'anno erano davvero tante, si sono avvicinati al Jiu-Jitsu.
Aldilà dei numeri si nota altrsì un sensibile miglioramento del livello tecnico di base.
Senza scomodare il Brasile che rimane ancora lontano, a livello Europeo son sicuro che l'Italia a recuperato terreno rispetto ad altre nazioni dove il JJ, magari tutelato e divulgato sotto l'egida di una federazione seria e competente, è assai più popolare. Vedi Francia, Portogallo, paesi Scandinavi, Polonia e Regno Unito.
Per noi non è stata una grande giornata, purtroppo nessuna medaglia a cui ci eravamo dolcemente abituati è arrivata, ma sempre sarà e rimarrà un'esperienza di cui dobbiamo fare tesoro.
Sicuramente l'ambiente caotico ed iper affollato non ha giovato a nessuno ma questo non deve rappresentare un comodo alibi dietro il quale nascondersi.
I problemi sono altri e vanno ricercati dentro casa nostra, cosa che faremo senz'altro nel prossimo futuro.
Dovendo fare un appunto al Milano Challenge quest'anno, l'organizzazione, è stata alquanto approssimativa e su alcuni punti deficitaria.
Non metto in dubbio che gestire una mole così enorme di atleti non è facile ma, dopo l'esperienza dell'anno scorso dove c'erano iscritti 530 atleti e già si erano ravvisate le prime difficoltà, quest'anno con 600 anzichè provvedere a migliorare si è lasciato tutto come l'anno passato.
Giusto per fare un esempio la categoria bianca master 70kg è stata chiamata alle 22!
Da 17 iscritti ne sono rimasti 9, gli altri hanno abbandonato dopo, ovviamente, aver pagato l'iscrizione e magari fatto un viaggio di parecchie ore.
Persino gli arbitri, non l'invidio proprio, dopo ore passate ad arbitrare magari dopo aver persino gareggiato al mattino, non erano nello stato psicofisico migliore per prendere decisioni.
Non si può riammettere a lottare un atleta dopo che è svenuto con uno stranglamento e persino dargli la vittoria ai punti.
Ragazzi che per essere puntuali al mattino si sono alzati all'alba, fatto centinaia di chilometri insieme ai loro compagni di squadra, atteso 12 ore per poter lottare e magari privati della vittoria per una svista arbitrale.
Secondo me, e mi prendo tutte le responsabilità di quello che dico, non è un caso che gli unici due infortuni gravi si siano verificati dopo le nove di sera. Per fortuna che il servizio medico invece ha funzionato a meraviglia.
E la domanda mi sorge spontanea: è questa la strada che sta prendendo il JJ in Italia?
Una questione meramente economica?
Si è risparmiato su tutto: palazzetto non all'altezza per ricevere così tante persone, solo quattro aree di lotta, assenza totale di un'area di riscaldamento, segnapunti manuali e senza risconto del tempo di gara.
Non spetta a me fare i conti in tasca a nessuno ma con 600 iscritti, 30 euro per l'iscrizione, fate voi.
E questo ci riporta sempre al problema di base che senza una federazione seria che tuteli tutto il movimento, atleti, arbitri, dirigenti seri e disinteressati, non si va da nessuna parte.
Vabbè, voltiamo pagina.
In settimana abbiamo proseguito nello studio delle finalizzazioni dalla Cem Kilos con un altra leva: il Juji-Gatame sul braccio opposto.
Per la prossima studio delle uscite dalle finalizzazione finora studiate e più precisamente dall'Americana, dal Kimura e dal Juji-Gatame.

Intanto ripassino con uno dei più grandi lottatori di sempre, Braulio Estima, coadiuvato dal fratellino Vitor.



E come sempre anche un pò di divertimento grazie ad un match storico tra Tererè e Marcelinho.
Buon divertimento.




2 commenti:

Tommaso ha detto...

Bella cronaca e bravi cmq ragazzi.
Penso ad una frase che hai detto tu un giorno riguardante il fatto di essere allenatori/maestri e atleti allo stesso tempo e sulla difficoltà di fare bene entrambe le cose.
Probabilmente vale lo stesso per essere organizzatori puntuali e dover comunque seguire l'attività didattica di un'accademia.

Non essendoci mai stato però, chi ha partecipato ad un Europeo, può smentirmi in qualsiasi momento.

A domani on the tappeto magico.

moli ha detto...

Forse bisogna fare tesoro delle esperienze passate. Gia' l'anno scorso con meno atleti e' stata una maratona quest'anno erano in dovere di prendere precauzioni. L'anno prossimo che faranno con 700iscritti? una soluzione , (magari fare 2 giorni) dovranno trovarla. Comunque grandi complimenti ai nostri valorosi atleti.