Quella appena trascorsa è stata l'ennesima settimana a studiare passaggi delle varie guardie aperte.
Abbiamo iniziato dalla Butterfly da seduti, schiacciando, ruotando, saltando, tirando.
Abbiamo proseguito da in piedi, idem come sopra.
Abbiamo iniziato a studiare quelle posizioni assai scomode se non si sa cosa fare: Lazo o Lasso Guard e Spider.
Non sono le posizioni e la strategia che il sottoscritto preferisce ma, come detto, è giusto sapere oltre ogni ragionevole dubbio cosa fare e, soprattutto, cosa non fare quando il nostro avversario è uno specialista di queste posizioni.
Sinceramente è un modo di lavorare anche un pò trascurato dall'avvento delle più moderne e modaiole 50/50 e berimbolate varie ma nell'ottica di una completezza tecnica che ogni Jitsero deve perseguire è d'obbligo sperimentarle.
Di seguito un match dove Micheal Langhi esalta la sua Spider Guard contro un sempre aggressivo Kron Gracie che, nonostante i numerosi tentativi, non riesce a passare la guardia del suo avversario anzi, in due casi, rischia pure di subire il secondo Raspage.
Al di là della discutibile decisione finale dell'arbitro questo incontro ci fa capire quanto scomodo e difficile sia passare un Spider Guard eseguita magistralmente.
Cheers.
martedì 26 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 7
Di seguito un concentrato di quanto visto in queste due settimane di studio sui passaggi della Butterfly Guard.
Come sempre tenete questi filmati come una linea guida generale sapendo che il lavoro svolto in palestra con un compagno è insostituibile.
Altro tema da affrontare in un Dojo è quello della pulizia.
Seguendo poche ma significative regole è possibile migliorare la qualità dell'allenamento e conseguentemente migliorare anche il nostro Jiu-Jitsu.
Vi sembrerà una solenne minchiata quello che ho appena detto ma vi assicuro che è così.
Provate ad immaginare di allenarvi in una palestra dove regna la sporcizia, il Tatame è lercio di non meglio identificate sostanze corporee, il Kimono indossato dai vostri compagni fa un giro in lavatrice con la stessa frequenza delle olimpiadi e, ciliegina sulla torta, i vostri partner hanno le unghie di mani e piedi simili a quelle di un Grizzly.
Vi piace il quadretto?
Credete che vi potreste allenare con serenità sentendovi a proprio agio?
Io penso di no.
E' anche vero che per le caratteristiche della nostra disciplina non è richiesto essere impeccabili, belli e profumati ma, mi ripeto, seguendo poche regole possiamo e dobbiamo fare molto per migliorare il luogo e l'ambiente dove passiamo tante ore.
Senza creare allarmismi la palestra, così come la piscina ed altri luoghi promiscui, sono la causa di moltissime patologie infettive, prime fra tutte le malattie della pelle.
E' quindi importantissimo evitare certi comportamenti per ridurre al massimo tale rischio.
- Usare ciabatte di gomma facilmente lavabili negli spogliatoi per fare la doccia.
- Non usare le stesse ciabatte o le stesse scarpe sia all'interno che all'esterno della palestra.
- Le ciabatte usate negli spogliatoi vanno lasciate fuori dalla sala in cui ci alleniamo. Non camminare con scarpe o ciabatte sul Tatame, soprattutto con le calzature indossate negli spogliatoi.
- Lavare il Kimono possibilmente ogni massimo due allenamenti. E' buona cosa avere almeno 2/3 Kimono da far ruotare in modo che ne abbiate sempre uno disponibile pulito e asciutto.
- Massima igiene e cura della persona. Se arrivate in palestra direttamente dal lavoro avete tutto il tempo di lavarvi, almeno i piedi, prima che inizi la lezione.
- Unghie di mani e piedi ben tagliate e pulite.
Immaginate che quando andate in palestra siete al vostro primo appuntamento con una donna, con la differenza che, il Jiu-Jitsu, non vi romperà mai i coglioni!
(battuta rubata ad un vecchio praticante di Judo con cui ho avuto il piacere di allenarmi)
Cheers!
Come sempre tenete questi filmati come una linea guida generale sapendo che il lavoro svolto in palestra con un compagno è insostituibile.
Altro tema da affrontare in un Dojo è quello della pulizia.
Seguendo poche ma significative regole è possibile migliorare la qualità dell'allenamento e conseguentemente migliorare anche il nostro Jiu-Jitsu.
Vi sembrerà una solenne minchiata quello che ho appena detto ma vi assicuro che è così.
Provate ad immaginare di allenarvi in una palestra dove regna la sporcizia, il Tatame è lercio di non meglio identificate sostanze corporee, il Kimono indossato dai vostri compagni fa un giro in lavatrice con la stessa frequenza delle olimpiadi e, ciliegina sulla torta, i vostri partner hanno le unghie di mani e piedi simili a quelle di un Grizzly.
Vi piace il quadretto?
Credete che vi potreste allenare con serenità sentendovi a proprio agio?
Io penso di no.
E' anche vero che per le caratteristiche della nostra disciplina non è richiesto essere impeccabili, belli e profumati ma, mi ripeto, seguendo poche regole possiamo e dobbiamo fare molto per migliorare il luogo e l'ambiente dove passiamo tante ore.
Senza creare allarmismi la palestra, così come la piscina ed altri luoghi promiscui, sono la causa di moltissime patologie infettive, prime fra tutte le malattie della pelle.
E' quindi importantissimo evitare certi comportamenti per ridurre al massimo tale rischio.
- Usare ciabatte di gomma facilmente lavabili negli spogliatoi per fare la doccia.
- Non usare le stesse ciabatte o le stesse scarpe sia all'interno che all'esterno della palestra.
- Le ciabatte usate negli spogliatoi vanno lasciate fuori dalla sala in cui ci alleniamo. Non camminare con scarpe o ciabatte sul Tatame, soprattutto con le calzature indossate negli spogliatoi.
- Lavare il Kimono possibilmente ogni massimo due allenamenti. E' buona cosa avere almeno 2/3 Kimono da far ruotare in modo che ne abbiate sempre uno disponibile pulito e asciutto.
- Massima igiene e cura della persona. Se arrivate in palestra direttamente dal lavoro avete tutto il tempo di lavarvi, almeno i piedi, prima che inizi la lezione.
- Unghie di mani e piedi ben tagliate e pulite.
Immaginate che quando andate in palestra siete al vostro primo appuntamento con una donna, con la differenza che, il Jiu-Jitsu, non vi romperà mai i coglioni!
(battuta rubata ad un vecchio praticante di Judo con cui ho avuto il piacere di allenarmi)
Cheers!
lunedì 11 febbraio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 6
Prima settimana di lezioni con la nuova formula di allenamento sviluppata sulle due ore.
Personalmente ho avuto delle ottime sensazioni soprattutto in riferimento alla prima parte, la preparazione atletica, che mi ha lasciato i tipici postumi di un allenamento intenso: indolenzimento, bruciore muscolare e, non ultima, una ritrovata voglia di lavorare sodo.
Come già ampiamente descritto l'abitudine è una cattiva compagna di allenamento che va combattuta al pari di pigrizia, paura, chiacchere, scarsa umiltà, mancanza di rispetto e orgoglio.
Sono sette, come i vizi capitali.
Anzi potremmo definirli propriamente i sette vizi capitali del Jiu-Jitsu.
Senza entrare nella fine descrizione di ognuno di questi aspetti preferisco raccontarvi di tutte quelle volte che ho avuto la fortuna di incontrare, magari di lavorarci pure assieme, grandi campioni del Jiu-Jitsu, del Judo o della lotta.
Sono persone taciturne e se parlano è per chiedere un consiglio o una spiegazione.
Sul Tatame lavorano con tutti senza lesinare impegno ed energie.
Se un loro compagno li mette in difficoltà non reagiscono con la forza per far capire che loro sono i migliori.
La palestra, o meglio, il Dojo deve avere questa funzione: generare uomini e donne con questi principi, indipendentemente che uno si alleni per diventare un campione o più semplicemente per migliorare la propria tecnica.
Letteralmente Dojo significa luogo in cui si segue la via.
L'aspetto tecnico passa inesorabilmente in secondo piano se non acquisiamo questa mentalità.
In ogni caso tecnicamente abbiamo iniziato lo studio dei passaggi dalla Butterfly Guard che continueremo anche questa settimana visto che l'argomento è, come sempre, molto vasto.
Ho fatto diverse ricerche sul web per trovare filmati relativi a queste serie di tecniche e, sinceramente, non ho trovato niente che mi soddisfi a pieno.
Ognuno offre la sua ricetta ben articolata e spiegata nei dettagli ma preferisco spiegarvi come mi è stato insegnato da mammà!
Giusto per non lasciarvi a bocca asciutta vi posto un bel video di un match storico di qualche anno fa tra due mostri sacri del Jiu-Jitsu sportivo.
Enjoy!
Personalmente ho avuto delle ottime sensazioni soprattutto in riferimento alla prima parte, la preparazione atletica, che mi ha lasciato i tipici postumi di un allenamento intenso: indolenzimento, bruciore muscolare e, non ultima, una ritrovata voglia di lavorare sodo.
Come già ampiamente descritto l'abitudine è una cattiva compagna di allenamento che va combattuta al pari di pigrizia, paura, chiacchere, scarsa umiltà, mancanza di rispetto e orgoglio.
Sono sette, come i vizi capitali.
Anzi potremmo definirli propriamente i sette vizi capitali del Jiu-Jitsu.
Senza entrare nella fine descrizione di ognuno di questi aspetti preferisco raccontarvi di tutte quelle volte che ho avuto la fortuna di incontrare, magari di lavorarci pure assieme, grandi campioni del Jiu-Jitsu, del Judo o della lotta.
Sono persone taciturne e se parlano è per chiedere un consiglio o una spiegazione.
Sul Tatame lavorano con tutti senza lesinare impegno ed energie.
Se un loro compagno li mette in difficoltà non reagiscono con la forza per far capire che loro sono i migliori.
La palestra, o meglio, il Dojo deve avere questa funzione: generare uomini e donne con questi principi, indipendentemente che uno si alleni per diventare un campione o più semplicemente per migliorare la propria tecnica.
Letteralmente Dojo significa luogo in cui si segue la via.
L'aspetto tecnico passa inesorabilmente in secondo piano se non acquisiamo questa mentalità.
In ogni caso tecnicamente abbiamo iniziato lo studio dei passaggi dalla Butterfly Guard che continueremo anche questa settimana visto che l'argomento è, come sempre, molto vasto.
Ho fatto diverse ricerche sul web per trovare filmati relativi a queste serie di tecniche e, sinceramente, non ho trovato niente che mi soddisfi a pieno.
Ognuno offre la sua ricetta ben articolata e spiegata nei dettagli ma preferisco spiegarvi come mi è stato insegnato da mammà!
Giusto per non lasciarvi a bocca asciutta vi posto un bel video di un match storico di qualche anno fa tra due mostri sacri del Jiu-Jitsu sportivo.
Enjoy!
lunedì 4 febbraio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 5
Uscite dalla Back Mount.
Senza entrare troppo nei particolari un pittoresco Kurt Osiander, tra un "fuck" e l'altro, ci ricorda quali sono i principi fondamentali per uscire da questa posizione.
Con la Back Mount abbiamo completato il giro di studio tecnico iniziato a settembre.
Abbiamo impiegato quattro mesi per vedere tutte le tecniche base, e sottolineo base soltanto quelle, secondo una logica di apprendimento basata su un approcio razionale delle medesime.
Adesso è tempo di valutare se questa politica darà i suoi frutti.
Quindi, per le prossime settimane, ci saranno dei cambiamenti sostanziali nello svolgimento delle lezioni e di conseguenza anche nell'apprendimento.
Il fatto di introdurre nuovi schemi, totalmente diversi da quelli precedenti, rende possibile quel miracolo che ci accomuna tutti quando saliamo sul Tatame, da cinture bianche a nere, che è la ricerca del miglioramento come fine ultimo.
Nel termine miglioramento, ognuno di noi, può caricare di importanza l'uno o l'altro aspetto purchè ci sia sempre, da parte di tutti me compreso, l'onestà intellettuale nel domandarsi cosa realmente cerchiamo o ci aspettiamo dal Jiu-Jitsu.
Pratico JJ per tenermi in forma? Per imparare a difendermi? Per diventare un campione? Per migliorare nelle MMA? Per tutte queste cose?
Come diceva qualcuno più colto di me, fatevi una domanda e datevi una risposta.
Io pratico Jiu-Jitsu perchè per me il Jiu-Jitsu è il mezzo ed anche il fine.
Causa ed effetto. Azione e reazione.
Quando andai la prima volta in Brasile e comprai il mio primo Kimono "brasiliano", un Krugans, rimasi affascinato da una frase stampigliata su una delle tante pacthes presenti sul Gi e che, a distanza di 16 anni, nella sua semplicità mi è rimasta ed ho fatto mia e che rende, almeno per me, bene il senso di cosa sia il JJ:
"Figth to Live, Live to Figth" - "Lottare per Vivere - Vivere per Lottare".
Come detto e ridetto da martedì la lezione sarà di due ore con inizio alle 19,30.
Per meglio sfruttare questa mezz'ora in più la lezione avrà questa struttura:
Prima ora - 30 minuti di preparazione atletica, 30 minuti di drills/uchikomi in piedi e a terra.
Seconda ora - focus di 30 minuti su una o più tecniche o situazioni di lotta, 30 minuti Randori.
Il sabato: un'ora di ripasso settimanale e un'ora di Randori.
VALEU!
Senza entrare troppo nei particolari un pittoresco Kurt Osiander, tra un "fuck" e l'altro, ci ricorda quali sono i principi fondamentali per uscire da questa posizione.
Con la Back Mount abbiamo completato il giro di studio tecnico iniziato a settembre.
Abbiamo impiegato quattro mesi per vedere tutte le tecniche base, e sottolineo base soltanto quelle, secondo una logica di apprendimento basata su un approcio razionale delle medesime.
Adesso è tempo di valutare se questa politica darà i suoi frutti.
Quindi, per le prossime settimane, ci saranno dei cambiamenti sostanziali nello svolgimento delle lezioni e di conseguenza anche nell'apprendimento.
Il fatto di introdurre nuovi schemi, totalmente diversi da quelli precedenti, rende possibile quel miracolo che ci accomuna tutti quando saliamo sul Tatame, da cinture bianche a nere, che è la ricerca del miglioramento come fine ultimo.
Nel termine miglioramento, ognuno di noi, può caricare di importanza l'uno o l'altro aspetto purchè ci sia sempre, da parte di tutti me compreso, l'onestà intellettuale nel domandarsi cosa realmente cerchiamo o ci aspettiamo dal Jiu-Jitsu.
Pratico JJ per tenermi in forma? Per imparare a difendermi? Per diventare un campione? Per migliorare nelle MMA? Per tutte queste cose?
Come diceva qualcuno più colto di me, fatevi una domanda e datevi una risposta.
Io pratico Jiu-Jitsu perchè per me il Jiu-Jitsu è il mezzo ed anche il fine.
Causa ed effetto. Azione e reazione.
Quando andai la prima volta in Brasile e comprai il mio primo Kimono "brasiliano", un Krugans, rimasi affascinato da una frase stampigliata su una delle tante pacthes presenti sul Gi e che, a distanza di 16 anni, nella sua semplicità mi è rimasta ed ho fatto mia e che rende, almeno per me, bene il senso di cosa sia il JJ:
"Figth to Live, Live to Figth" - "Lottare per Vivere - Vivere per Lottare".
Come detto e ridetto da martedì la lezione sarà di due ore con inizio alle 19,30.
Per meglio sfruttare questa mezz'ora in più la lezione avrà questa struttura:
Prima ora - 30 minuti di preparazione atletica, 30 minuti di drills/uchikomi in piedi e a terra.
Seconda ora - focus di 30 minuti su una o più tecniche o situazioni di lotta, 30 minuti Randori.
Il sabato: un'ora di ripasso settimanale e un'ora di Randori.
VALEU!
Iscriviti a:
Post (Atom)