Uno dei concetti base che s'impara sin da subito, nella pratica del Jiu-Jitsu, è l'importanza della posizione di guardia.
Nelle discipline che prevedono i colpi come Kickboxing, Muay Thai e Pugilato, giusto per citarne alcune, per guardia viene intesa quella posizione che permette al combattente di mantenere la distanza, organizzare attacchi e difese cercando di entrare coi colpi nella guardia dell'avversario.
Avversario che cercherà a sua volta, oltre ad evitare di essere colpito, di fare meglio del suo opponente ed in maniera più efficace sempre partendo dalla sua guardia.
Spiegato con le parole il combattimento diventa quasi una cosa banale e scontata, ma sappiamo benissimo che così non è.
Nelle discipline lottatorie la guardia acquista un significato completamente diverso.
Prima di tutto il concetto di distanza è sicuramente differente da quello degli strikers in quanto già di per sè il corpo a corpo, in piedi o a terra che sia, è già una distanza dove non esiste distanza.
Filosofico? No è solamente la realtà, e i lottatori più esperti sanno che all'interno di questa distanza-non-distanza i modi e le strategie di lavoro sono praticamente infiniti.
Ma torniamo alla guardia; altra differenza macroscopica è che nella lotta a terra soltanto uno lavora in guardia mentre l'altro, di conseguenza, lavorerà da sopra.
Questo concetto è estendibile a tutti i tipi di guardia o mezza guardia esistenti tranne che ad una: la 50/50 Guard, in nomen omen, dove i combattenti sono nella stessa posizione.
Nel Jiu-Jitsu, sia sportivo che non, la guardia viene vista come quella piattaforma dalla quale poter organizzare meglio le nostre tecniche o dove rifugiarci quando siamo in difficoltà.
Ma come è nato il concetto di guardia e successivamente, nel JJ sportivo, la chiamata di guardia?
Semplicemente per limitare la partecipazione di forti Judoka che dal loro sport migravano al JJ e che, gestendo quasi interamente il match in piedi e sfruttando al meglio la distanza a loro più congeniale, ammazzavano il combattimento facendolo diventare una bruttissima copia di un incontro di Judo.
Per cui nel JJ la chiamata di guardia e il lavoro che si è successivamente sviluppato da questa posizione è immenso.
Credo che tutt'ora, l'unico sport dove non viene sanzionata la chiamata di guardia, sia solo il Jiu-Jitsu.
Nel Judo si perde subito l'incontro in quanto viene assegnato l'Ippon all'avversario e, in tutte le sigle di Grappling che conosco, vengono assegnati 1 o 2 punti di penalità.
Ma non sono qui per parlare di regolamenti e di quanto e se siano giusti, ma per parlare di guardia.
Questa settimana infatti il lavoro in palestra ha riguardato un concetto molto semplice ma indispensabile: recuperare la guardia quando siamo in difficoltà.
Nello specifico come uscire dalla mezza guardia col mio avversario che mi controlla da sopra con l'Underhook.
In questo video la base di quanto spiegato.
In questo invece come recuperare l'Underhook nell'infinita partita a scacchi del Jiu-Jitsu.
Per tutte le altre tecniche viste e spiegate preferisco non postarvi più niente in quanto i dettagli, che fanno la differenza, li possiamo trovare solo sul Tatame.
Comunicazione di servizio: giovedì 13 giugno sarà nostro ospite il Maestro Roberto Atalla, fondatore del Rio Grappling Club, grande amico della nostra Accademia.
Un occasione da non perdere per nessuno di voi e che, come nel più classico stile Lynx, comporterà solo il versamento di un contributo spese di 10€ da parte dei partecipanti per 2 ore di lezione, dalle 19,30 alle 21,30.
OSU!
sabato 25 maggio 2013
lunedì 20 maggio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 19 e 20
Avendo ripreso a pieno regime gli allenamenti dopo il mio ritorno da Rio ci siamo concentrati, in queste due settimane, sui particolari per contrastare e contrattaccare i vari tentativi di Knee Slice Pass del nostro avversario.
Proprio quei particolari che fanno la differenza per la buona riuscita di una tecnica e che ho avuto la fortuna di apprendere direttamente da Felipe Costa, grande esperto di mezza guardia.
Quello che mi ha maggiormente colpito lavorando con lui è l'estrema naturalezza con la quale riesce a gestire posizioni nelle quali la forte differenza di peso, io sono 30kg in più di Felipe, dovrebbe essere se non determinante almeno una discriminante; ma non è così.
Lavorando bene su quei dettagli che anche noi abbiamo approciato in queste due settimane vi assicuro che, per me, era praticamente impossibile passare la guardia a Felipe con il Knee Slice.
Se davo troppa pressione mi ribaltava in avanti, se giravo la mia gamba a compasso me lo ritrovavo sulla schiena, se cercavo di cambiare passaggio cercando la monta, anche lui cambiava e passando dalla Deep Half Guard o mi raspava o mi prendeva nuovamente la schiena.
Il tutto, mi ripeto, con una naturalezza disarmante.
Un altro approfondimento che ho trovato illuminante, primo perchè nessuno me l'aveva mai spiegata e secondo perchè insegnatami direttamente da un grande di questa posizione, sono tutte le tecniche e controtecniche dalla 50/50 Guard.
Vi assicuro che è la guardia più difficile su cui mi sia mai allenato.
Tecnicamente perchè il nostro avversario è nella nostra stessa posizione e quindi ha, come dice il nome stesso, le stesse soluzioni a disposizione che abbiamo noi; tatticamente perchè ogni nostra "mossa", anche se correttamente eseguita può essere sfruttata dal nostro opponente in una strategia di combattimento diversa dai normali canoni.
Cerco di spiegarmi meglio.
Da questa posizione è sufficiente che uno dei due contendenti si alzi per ottenere i due punti del Raspage.
Così facendo però si espone agli attacchi di chi rimane sotto che può attaccare più facilmente la schiena.
Questo è anche vero da altre posizioni ma dalla 50/50 tutto questo è amplificato dal fatto che si è entrambi, come già detto, nella stessa posizione.
Ho parlato di mossa non a caso in quanto lavorando da questa guardia il match si trasforma in una partita a scacchi dove, a volte, per chi guarda sembra che i lottatori stiano stallando al fine di far passare il tempo.
Questa visione è dettata, soprattutto dai cosidetti puristi del Jiu-Jitsu, forse perchè su questa posizione c'e molta ignoranza, nel senso che sono ancora relativamente poche le scuole e soprattutto gli insegnanti a conoscerla fino in fondo. E tra questi ovviamente mi ci metto anch'io.
Di seguito vi posto una serie di video dove si vedono bene tutte le tecniche di cui ho parlato in questo post, ovviamente a mostrarcele è Felipe Costa.
Enjoy!
Proprio quei particolari che fanno la differenza per la buona riuscita di una tecnica e che ho avuto la fortuna di apprendere direttamente da Felipe Costa, grande esperto di mezza guardia.
Quello che mi ha maggiormente colpito lavorando con lui è l'estrema naturalezza con la quale riesce a gestire posizioni nelle quali la forte differenza di peso, io sono 30kg in più di Felipe, dovrebbe essere se non determinante almeno una discriminante; ma non è così.
Lavorando bene su quei dettagli che anche noi abbiamo approciato in queste due settimane vi assicuro che, per me, era praticamente impossibile passare la guardia a Felipe con il Knee Slice.
Se davo troppa pressione mi ribaltava in avanti, se giravo la mia gamba a compasso me lo ritrovavo sulla schiena, se cercavo di cambiare passaggio cercando la monta, anche lui cambiava e passando dalla Deep Half Guard o mi raspava o mi prendeva nuovamente la schiena.
Il tutto, mi ripeto, con una naturalezza disarmante.
Un altro approfondimento che ho trovato illuminante, primo perchè nessuno me l'aveva mai spiegata e secondo perchè insegnatami direttamente da un grande di questa posizione, sono tutte le tecniche e controtecniche dalla 50/50 Guard.
Vi assicuro che è la guardia più difficile su cui mi sia mai allenato.
Tecnicamente perchè il nostro avversario è nella nostra stessa posizione e quindi ha, come dice il nome stesso, le stesse soluzioni a disposizione che abbiamo noi; tatticamente perchè ogni nostra "mossa", anche se correttamente eseguita può essere sfruttata dal nostro opponente in una strategia di combattimento diversa dai normali canoni.
Cerco di spiegarmi meglio.
Da questa posizione è sufficiente che uno dei due contendenti si alzi per ottenere i due punti del Raspage.
Così facendo però si espone agli attacchi di chi rimane sotto che può attaccare più facilmente la schiena.
Questo è anche vero da altre posizioni ma dalla 50/50 tutto questo è amplificato dal fatto che si è entrambi, come già detto, nella stessa posizione.
Ho parlato di mossa non a caso in quanto lavorando da questa guardia il match si trasforma in una partita a scacchi dove, a volte, per chi guarda sembra che i lottatori stiano stallando al fine di far passare il tempo.
Questa visione è dettata, soprattutto dai cosidetti puristi del Jiu-Jitsu, forse perchè su questa posizione c'e molta ignoranza, nel senso che sono ancora relativamente poche le scuole e soprattutto gli insegnanti a conoscerla fino in fondo. E tra questi ovviamente mi ci metto anch'io.
Di seguito vi posto una serie di video dove si vedono bene tutte le tecniche di cui ho parlato in questo post, ovviamente a mostrarcele è Felipe Costa.
Enjoy!
lunedì 13 maggio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 18
Il primo gennaio 1502 navigatori portoghesi e colonizzatori di quella parte di America, tra cui l'italiano Amerigo Vespucci, navigando sottocosta di quell'immenso continente ricoperto di una lussureggiante foresta, giunsero ad una baia molto estesa che, per le sue caratteristiche geologiche, fu scambiata per la foce di un fiume.
In maniera forse un pò troppo superficiale chiamarono la loro scoperta Rio de Janeiro, letteralmente fiume di gennaio.
La vera e propria colonizzazione avvenne nei 30 anni successivi dove i portoghesi vinsero la "concorrenza" di francesi ed olandesi.
Come detto questo nuovo ed immenso continente era ricoperto da una foresta vergine fra cui spiccava, tra le altre specie, una pianta dalla caratteristica resina rossa.
Tagliandone il tronco si scopri che il centro, il midollo, il nocciolo di questa pianta era rosso fuoco come la brace (brasa in portoghese).
La pianta prese il nome Pau Brasil, letteralmente albero brasil, che diede il nome a tutte quelle terre rivendicate dai coloni portoghesi, il Brasile appunto.
Brasa è anche il nome della nuova famiglia di cui facciamo parte.
Un team giovane nato dall'iniziativa di diverse cinture nere provenienti dall'accademia Alliance.
Rodrigo Comprido Medeiros, Demien Maia e Felipe Costa, da cui mi sono allenato in Brasile, costituiscono l'ossatura portante di questo Team.
Senza dimenticare molte altre storiche cinture nere che ne fanno o ne hanno fatto parte come Ricardo e Leozinho Vieira (fondatori di Checkmat), Ramon Lemos (fondatore di Atos), Muzio de Angelis, Ryan Hall. Giusto per citarne qualcuno.
Il mio viaggio non è stato soltanto Jiu-Jitsu, Acai e spiaggia, ma una ricerca di un qualcosa che ormai mi mancava da molto, troppo tempo.
Ho avuto la fortuna di conoscere una persona fantastica, seria e perbene, che mi ha dato più di quanto mi aspettassi.
Sto parlando di Felipe Costa, due volte campione mondiale nelle cinture nere che, ancora adesso a 34 anni combatte nella categoria Adult, conseguendo risultati importanti come il secondo posto al Brasileiros di settimana scorsa in quel di San Paolo.
Mi sembra doveroso dedicare a lui questo post per dare modo anche a voi di conoscere un pò quello che da oggi io chiamerò Maestro, o Mestre se preferite.
Non mancheranno in futuro le occasioni per conoscere di persona Felipe e gli altri componenti del Team che comprende, tra l'altro, molte cinture nere anche in Europa.
Se nel frattempo siete curiosi potrete approfondire la conoscenza del Team Brasa cliccando qui.
Comunicazione di servizio: a partire da questa settimana le lezioni di martedì e giovedì inizieranno alle 20.00 e non più alle 19.30, causa miei impegni lavorativi.
Valeu!
In maniera forse un pò troppo superficiale chiamarono la loro scoperta Rio de Janeiro, letteralmente fiume di gennaio.
La vera e propria colonizzazione avvenne nei 30 anni successivi dove i portoghesi vinsero la "concorrenza" di francesi ed olandesi.
Come detto questo nuovo ed immenso continente era ricoperto da una foresta vergine fra cui spiccava, tra le altre specie, una pianta dalla caratteristica resina rossa.
Tagliandone il tronco si scopri che il centro, il midollo, il nocciolo di questa pianta era rosso fuoco come la brace (brasa in portoghese).
La pianta prese il nome Pau Brasil, letteralmente albero brasil, che diede il nome a tutte quelle terre rivendicate dai coloni portoghesi, il Brasile appunto.
Brasa è anche il nome della nuova famiglia di cui facciamo parte.
Un team giovane nato dall'iniziativa di diverse cinture nere provenienti dall'accademia Alliance.
Rodrigo Comprido Medeiros, Demien Maia e Felipe Costa, da cui mi sono allenato in Brasile, costituiscono l'ossatura portante di questo Team.
Senza dimenticare molte altre storiche cinture nere che ne fanno o ne hanno fatto parte come Ricardo e Leozinho Vieira (fondatori di Checkmat), Ramon Lemos (fondatore di Atos), Muzio de Angelis, Ryan Hall. Giusto per citarne qualcuno.
Il mio viaggio non è stato soltanto Jiu-Jitsu, Acai e spiaggia, ma una ricerca di un qualcosa che ormai mi mancava da molto, troppo tempo.
Ho avuto la fortuna di conoscere una persona fantastica, seria e perbene, che mi ha dato più di quanto mi aspettassi.
Sto parlando di Felipe Costa, due volte campione mondiale nelle cinture nere che, ancora adesso a 34 anni combatte nella categoria Adult, conseguendo risultati importanti come il secondo posto al Brasileiros di settimana scorsa in quel di San Paolo.
Mi sembra doveroso dedicare a lui questo post per dare modo anche a voi di conoscere un pò quello che da oggi io chiamerò Maestro, o Mestre se preferite.
Non mancheranno in futuro le occasioni per conoscere di persona Felipe e gli altri componenti del Team che comprende, tra l'altro, molte cinture nere anche in Europa.
Se nel frattempo siete curiosi potrete approfondire la conoscenza del Team Brasa cliccando qui.
Comunicazione di servizio: a partire da questa settimana le lezioni di martedì e giovedì inizieranno alle 20.00 e non più alle 19.30, causa miei impegni lavorativi.
Valeu!
martedì 7 maggio 2013
DIARIO DI BORDO - SETTIMANA 17 (Se non c'è il gatto...)
Data l'assenza di Fabrizio (il gatto) mi auto incarico di aggiornare il diario di bordo di questa settimana, tanto per non far decadere questa ormai consolidata usanza.
Martedì sera a Varese ho riproposto alcuni metodi per aprire la guardia chiusa e alcuni dei passaggi di guardia base. So che possono essere cose un po' noiose per chi è già ad un livello più avanzato ma credo che i dettagli che si scoprono e si riscoprono praticando le basi possano sempre fornire riflessioni interessanti, inoltre ho suggerito di provare le tecniche in modo più concreto, verificandone effettivamente i limiti e i vantaggi. Per non annoiare troppo ho preferito ridurre il tempo dedicato allo studio tecnico passando ad alcuni giri di rolling (che ritengo estremamente produttivo se praticato con coscienza) e diversi randori da 6 minuti partendo da in piedi, data l'intenzione di alcuni di partecipare alle gare dei prossimi giorni.
Giovedì e sabato Omar ha diretto "le danze" con un allenamento intenso a livello atletico e con un ripasso tecnico del gancio "De La Riva", in particolare ci siamo concentrati sulla spazzata del piede dall'interno e dall'esterno quando non si riesce ad eseguire il raspagem spingendo il ginocchio. Sia giovedì che sabato il consueto giretto di randori e per finire ancora qualche minuto di lavoro sul fiato.
Nel complesso la settimana è andata bene, i presenti in palestra sono stati un numero in linea con il periodo, nessuno si è defilato sapendo dell'assenza del maestro e questa, almeno per me, ma penso anche per Omar, è una piccola soddisfazione e una dimostrazione di fiducia nei nostri confronti.
Ora attendiamo il rientro del "gatto" che dopo il ritorno dal Brasile avrà sicuramente qualche nuovo modo per far ballare i "topi"...
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