Risolti finalmente i problemi informatici che la settimana scorsa non mi hanno permesso di scrivere il nostro abituale resoconto, rieccomi a raccontarvi di quanto fatto nelle due ultime settimane di lezioni.
Il lavoro si è concentrato quasi interamente sulla preparazione al Torino Challenge, svoltosi appunto lo scorso sabato, quindi con tanti drills e sparring per la preparazione specifica alla gara.
Purtroppo ci presentiamo all'evento con una squadra un pò rimaneggiata a causa di importanti defezioni legate a vari problemi di infortuni, lavoro e scarsa preparazione ma nel complesso direi che la spedizione è stata comunque proficua.
Iscritti alla gara in sei atleti, di cui cinque alla prima esperienza, non sono mancate le soddisfazione.
La prima, la più bella ed importante, che nonostante le difficoltà il nostro gruppo è sempre forte e coeso, in tutte le situazioni.
Proprio durante il torneo, nelle interminabili attese tra una chiamata e l'altra, ho avuto modo di sfogliare una rivista del settore e di leggere un'intervista di un famoso Jitsero che, rispondendo alle varie domande, diceva che il Jiu-Jitsu è uno sport individuale in quanto, quando si lotta, si è soli col nostro avversario ma che la squadra gioca un ruolo molto importante nella preparazione e nello svolgimento della gara stessa.
Senza alle spalle un gruppo che ci prepara, ci dà sicurezza e ci supporta, difficilmente si otterranno importanti e significativi risultati.
Nella vittoria, come nella sconfitta, rappresentare ed essere rappresentati da una Scuola ci dà lo stimolo a non esaltarci e a non abbatterci.
Inutile aggiungere quanto io sia d'accordo con questa visione del Jiu-Jitsu ma, faccio invece, un'altra considerazione.
A me sta bene che chiunque abbia la voglia di provare l'agonismo per fare un'esperienza, affronti l'emozione di salire contro un avversario sconosciuto sul Tatami ma, passato questo stimolo iniziale che ha la durata appunto di una gara, il nostro sport deve passare imprescindibilmente attraverso altre suggestioni.
Prima fra tutte quella che l'agonista si deve allenare almeno tre volte alla settimana.
E quando dico "tre volte" intendo tre volte con il proprio Team.
Non conta se la domenica andate a correre, il martedì andate a Judo, il venerdì il calcetto con gli amici e vi si vede sul Tatami una volta alla settimana.
Gli allenamenti per competere ed essere, si spera, competitivi sono sviluppati per farvi acquisire quella abitudine, atletica e psicologica, di gestire situazioni dove un avversario non collaborativo vi pressa per non farvi fare quello che vi riesce meglio.
Per fare questo servono ore e ore di lavoro che nessuno può fare al posto vostro.
Un'altro aspetto che sarebbe un errore trascurare è anche l'interazione tra atleta e tecnico durante i match.
A Torino mi sono sgolato per farmi capire dagli atleti impegnati in quel momento con scarso successo, col risultato che, son sicuro di questo, avremmo potuto tranquillamente fare meglio.
Per le prossime gare mi aspetto di essere più compatti come squadra e di raggiungere quei risultati che ci meritiamo dopo tanti sacrifici da parte di tutti.
In ogni caso ringrazio sempre tutti per il grande impegno e la buona volontà messa in questa esperienza che sicuramente ci farà crescere.
Senza entrare nella cronaca di ogni match di ognuno dei partecipanti, che lascio ai singoli, vi dò una valutazione generale della giornata.
Al rientro ad una gara dopo circa 8/9 anni di inattività "Il Dogui" perde il suo primo macth per decisione arbitrale. Peccato.
Omar lotta due volte dominando e finalizzando il suo primo avversario e vincendo grazie ad una penalità del suo opponente il secondo che è già finale. Primo classificato.
Pietro lotta bene proiettando il suo avversario ma facendosi rimontare e spegnendosi sul finale concedendo così, sempre per decisione arbitrale, la vittoria al suo opponente. Pazienza.
Dario, dopo avere aspettato un'eternità la sua chiamata, parte alla grande totalizzando immediatamente 5 punti ma andando ad infilarsi in una situazione che paga a caro prezzo venendo finalizzato. Da mangiarsi le mani!
Robert, anch'egli alla sua prima esperienza come Pietro, Dario e Omar, parte bene vincendo il primo incontro e perdendo il secondo a causa di un vantaggio contro il vincitore di categoria. Non era facile ma ci ha provato fino alla fine.
Infine il mitico Max che imbrocca la giornata giusta e vince dominando i primi due macth con sicurezza e pazienza. In finale perde lucidità lasciando troppa iniziativa al suo bravo avversario che lo punisce con un passaggio di guardia che vale il primo posto. Comunque bravo nonostante il ciuffo.
Ci vediamo martedì, Osss!
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